domenica 24 marzo 2013 – SPETTACOLI – Pagina 60
TERRAZZA AL PONTE. Fino al 26 maggio. L´inaugurazione alle 18,30
Gli uomini, le donne e i bambini in armi sacrificati alle guerre
Vent´anni di conflitti in ogni angolo della Terra nella mostra fotografica di sei reporter. «Il nostro lavoro è documentare, da soli non possiamo fare di più»
Ci sono popoli che da tempo sono in guerra mentre, tra le pieghe della cronaca quotidiana, le loro storie scivolano semi dimenticate. Per ricordarle, il Terrazza bar Al ponte inaugura oggi, alle 18.30, la temporary gallery Per sempre in guerra. Uomini in armi.
Scatti colti sul campo che tralasciano le visioni più cruente per soffermarsi sull´essenza di uomini, donne e bambini sacrificati alla volontà del dio Ares. Il curatore Sergio Rocca ha riunito il lavoro di sei reporter - Almerigo Grilz, Fausto Biloslavo, Gian Micalessin, Giuliano Koren e Franco Nerozzi - che hanno documentato i maggiori teatri di guerra degli ultimi vent´anni, dalla Beirut del 1989 alla Birmania del 2011. La mostra colpisce sia per i soggetti ritratti, dalla perduta innocenza dei soldati bambino in Uganda alla mantenuta femminilità di una guerrigliera nicaraguegna, sia per il coraggio di chi si cela dietro l´obiettivo. Le loro storie merit! ano altrettanta attenzione.
«IL PERICOLO per chi fa questo mestiere è sempre e ovunque», racconta Gian Micalessin. «Mi sono trovato più volte sotto i bombardamenti ma il momento in cui ho avuto più paura è stato in Zaire, nell´epicentro dell´epidemia di ebola. Con l´aeroporto chiuso non avevo modo di tornare indietro. Sono riuscito a contrattare un passaggio su un piccolo aereo di contrabbandieri di diamanti». Franco Nerozzi, che a Mogadiscio è decollato sotto il fuoco dei combattenti, spiega: «Quando si è sul campo bisogna uscire dalla trappola dell´ottica delle telecamera. Talvolta sembra che le cose succedano quasi per te e non ti tocchino. Ci si sente invulnerabili». Così purtroppo non è. Entrambi i fotografi presenti hanno perso amici e colleghi.
Per chi osserva le immagini di atti cruenti è facile domandarsi se chi le ha riprese non avrebbe potuto fare qualcosa per evitarli. A questo Micalessin risponde: «Il nostro lav! oro è documentare, da soli non possiamo cambiare gli eventi i! n corso. Non mi sento colpevole per ciò che avviene ma sicuramente segnato». Nerozzi aggiunge: «Talvolta la sola presenza delle telecamere evita che accadano i fatti peggiori ed è già qualcosa. Sul momento dobbiamo essere distaccati. I conti con i gli stati d´animo li facciamo una volta rientrati nei nostri alloggi».
SE È VERO che un uomo solo non cambia il mondo, è vero anche che il lavoro di questi reporter aiuta a risvegliare le coscienze e nello specifico di questa mostra fornirà inoltre un aiuto diretto alla popolazione della Birmania orientale. Il ricavato della vendita delle foto esposte sarà infatti devoluto al progetto Mobile Health Clinics del Dipartimento per la salute e il welfare dell´Unione Nazionale di Karen.
La mostra durerà fino al 26 maggio. Il Terrazza bar Al Ponte è aperto tutti i giorni dalle 9 del mattino alle 2 di notte.